Perché leggo meno libri?

daniele scaglione
4 min readJun 14, 2020

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Le statistiche del mio account su Goodreads dicono che, durante il 2019, ho letto 38 libri. Nel 2020, al momento sono a quota dodici e, siccome siamo quasi a metà dell’anno, rispetto al 2019 sono decisamente indietro. Se tengo questo ritmo, finirò l’anno con ventiquattro libri, pari a un disastroso calo del 37%, su base annuale.

E questo senza considerare le pagine effettive di ogni libro, che mi pare sia un dato che l’ISTAT non tiene in considerazione, quando valuta quanti lettori ‘forti’ ci sono in Italia. Alla ricerca del tempo perduto conta circa 3.700 pagine, Il gabbiano Jonathan Livingstone circa 100. Se mentre mia sorella legge il primo io leggo dodici libri lunghi come il secondo, mi pare un po’ approssimativo dire che io sono un lettore forte e lei no (l’ISTAT dice che è un lettore forte chi legge almeno dodici libri all’anno). In ogni caso se valuto le pagine lette — Goodreads lo fa — il mio calo dal 2019 al 2020 è ancora più evidente: meno 50%.

Insomma, nel 2020 sto leggendo molti meno libri che nel 2019. Siccome leggere è una parte essenziale del mio lavoro, del mio percorso professionale (e personale) nonché del mio divertimento, ho provato a chiedermi il perché di questo calo. Al momento ho trovato questi spunti.

  1. Bulimia da informazione. Sto leggendo meno libri, sì, ma forse non sto leggendo meno in generale. Dopo avere identificato alcuni media che mi sembrano più affidabili nel raccontare la pandemia e le sue conseguenze, ci ho dedicato un sacco di tempo. L’ho fatto, come tutti, per capire che caspita sta succedendo. Salvo poi rendermi conto che avere le notizie dell’ultimo minuto, in un quadro così complesso, non mi aiuta molto a vivere meglio la situazione.
  2. Ansia di aver qualcosa da dire. Non ci sono più aule, non ci sono più eventi, non ci sono più occasioni di mostrarsi in giro. E che cavolo, non posso scomparire! Devo scrivere (sui social, da da sé), per far vedere che ci sono ancora! Solo che più tempo per scrivere significa meno tempo per leggere.
  3. Fare le letture giuste. In questa situazione, mi posso permettere i romanzi, la letteratura? Non dovrei solo leggere saggistica, manualistica, cose che mi insegnano cosa fare? Non dovrei divorare tutti gli instant-book usciti per dirci come uscire da questa situazione? Se riduco la narrativa, giocoforza, leggo meno. Attenzione, non vorrei essere frainteso: l’espressione ‘si legge come un romanzo’ usata pensando di fare così un complimento a un saggio, la trovo insensata. Coloro che la usano — sono molti — li costringerei a leggere Finnegans Wake sino alla fine dei loro giorni. Che è un capolavoro, ma chi lo trova scorrevole? Ma nel mio caso sì, la narrativa che leggo io è parecchio scorrevole. John Grisham fila via più veloce di Nassim Taleb, indiscutibilmente. Ma leggere meno narrativa non ha senso perché è fondamentale, per migliorare il proprio modo di scrivere. Perché credo che nella narrativa ci sia più spazio per la sperimentazione, la varietà e dunque per imparare qualcosa di nuovo su come si scrive e come si comunica.
  4. Situazione contingente 1. Famiglia. Mio figlio ha sette anni. Averlo con me e mia moglie 24 ore al giorno, per via delle scuole chiuse, ha significato passare con lui moltissimo tempo. Non che prima ne trascorressi poco — sono molto fortunato, in questo — ma dopo una giornata con lui, arrivo alla sera abbastanza sfatto, incapace di reggere il lettore ebook (meno ancora un libro). Ma va bene così, in questa situazione sciagurata, il tempo pieno con mio figlio è una delle poche cose positive di questa situazione (anche se per lui sarebbe stato meglio continuare a frequentare i coetanei e la scuola, non ho dubbi).
  5. Situazione contingente 2. Lavoro. La mia società si occupa di formazione, attraverso lezioni d’aula ed eventi. Siamo andati gambe all’aria — come tanti — e abbiamo cercato — come tanti — di rispondere alla situazione. Insomma, non c’era lavoro, ma abbiamo lavorato più di prima. Come ha detto un mio collega «spero che torneremo presto a lavorare, così ci riposiamo un po’». Va così, siamo fiduciosi nel futuro ma, per adesso, il tempo per leggere è diminuito.
  6. Treni. Per lavoro mi muovo spesso in treno. In treno leggo. Da qualche tempo i treni sono solo un ricordo.
  7. Escape Room. Sono meravigliose, è bello giocarci ed è bello costruirle. E però portano via un po’ di tempo

La voglia di leggere non è comunque diminuita. Dunque accetto suggerimenti. In quanto a Goodreads, che non manca di farmi notare il mio ritardo — ‘you’re 4 books behind schedule’, mi ha detto stamattina quando mi sono collegato — cercherò di guardare di più cosa scrivono i miei contatti dei libri che leggono, e di preoccuparmi meno delle mie statistiche.

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daniele scaglione

Sono un fisico dirottato. Vivo grazie alla formazione e alla radio. Ho scritto 'Più idioti dei dinosauri' (e/o, 2022). www.diffrazioni.it