C’è mancato poco

Ho gran voglia di arrivare a casa, dopo una giornata di lavoro. C’è il limite dei 30, in via San Massimo, e più o meno ci sono.
Ho la luce davanti, la luce dietro, ho la pettorina qui a fianco e ho pure una fascia catarinfrangente alla caviglia. Sono visibile, molto visibile.
Da via Cavour, una Giulietta allunga il muso.
“Questo ha l’aria del badòla”
penso, e così, anche se ho la precedenza, smetto di pedalare. Per fortuna, perché l’Alfa Romeo s’infila. Mi attacco ai freni, sbando, ma resto in piedi ed evito lo scontro con l’auto.
«LI MORTACCI TUA!!!»
mi esce.
Posso pure pensare in piemontese, ma la voce usa il romanesco (e chiedo scusa ai Romani).
È che, come ciclista urbano, io sono nato a Roma. Ho pedalato ovunque, nella capitale. Ed è una delle più belle esperienze che abbia mai fatto.